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da Giulk » 25/09/2015, 20:46
Ecco le mie impressioni a ruota libera, scritte di getto e senza filtro come sempre. Come sempre piene di errori, imprecisioni, ripetizioni e dimenticanze… Però scritte veramente con il cuore in mano. A voi la lettura.
Investito da un uragano... Ecco come mi sento.
Lunedì mi sono alzato dal letto e sembrava avessi addosso i postumi di una di quelle sbronze colossali che a quaranta anni (e oltre) ti porti appresso per giorni. La testa che gira, le gambe molli, i pensieri confusi...
Mi ritrovo con i piedi nudi sul pavimento, seduto sul bordo del letto e le mani appoggiate alle ginocchia. Gli occhi ancora chiusi per non far entrare troppo di botto le luci del giorno e non essere costretti a svegliarsi del tutto. Nella testa si inseguono vorticosi i pensieri ed i ricordi degli attimi vissuti poche ore prima. Emozioni diverse e contrastanti si alternano nella mia testa e si fa fatica a focalizzare tutto.
A fatica mi alzo e mi preparo per andare al lavoro schivando anfibi e mimetica ancora sul pavimento. Li ho indossati per tre giorni consecutivi ed ormai fanno parte di me.
In moto arrivo in ufficio e mi posiziono davanti al PC con l’intenzione di lavorare ma la testa ancora corre al fine settimana ancora appena passato.
Sensazioni forti che solo un evento come Op. Prometheus può darti.
Come ho detto molte volte è stata la cosa più difficile che abbia mai messo in piedi ed è stato possibile farlo soltanto grazie all’aiuto indispensabile dei miei ragazzi che mi hanno supportato e sopportato in questi lunghissimi mesi di preparazione. Ognuno di noi ha sacrificato qualcosa per Op. Prometheus, il tempo con la famiglia, le domeniche al mare, le ore di sonno… I miei ragazzi sono stati perfetti! Loro sono Op. Prometheus! Dedizione, sacrificio, attaccamento alla nostra associazione… Sono cose che la stragrande maggioranza dei Presidenti di ASD si sogna di avere ed io sono un eletto ad avere al mio fianco gente come loro. Le difficoltà ci sono state ma le abbiamo affrontate e risolte insieme, avete stretto i denti quando vi chiedevo “ancora di più”. Le domeniche di luglio ed agosto passate in magazzino fra zanzare e segatura sono state faticose ma rimarranno per sempre impresse nella mia mente. Partendo da un pezzo di carta ed una mia idea folle e strampalata abbiamo costruito un TEL SCUD che mai si era visto sui campi da softair. Qualcosa che rimarrà impresso nella mente dei partecipanti ad Op. Prometheus.
Si, sono un eletto, uno che può contare su persone talmente folli da seguirti anche in capo al mondo se glielo chiedessi. Facciamo parte di una seconda famiglia che è la nostra associazione e che per me rappresenta moltissimo. Io l’ho costruita, l’ho assemblata e la tengo insieme… Ma senza il collante della nostra amicizia e senza la vostra voglia di fare tutto questo non avrebbe nessun senso. Spesso mi sono chiesto se fossi più pazzo io o chi mi segue conscio della mia follia… Devo dare ancora una risposta a questa mia domanda.
Oltre ai miei ragazzi voglio ringraziare i Col Moschin SAT di Sant'Omero TE che hanno messo a disposizione il fantastico campo da gioco, sono stati dei perfetti padroni di casa e mi sento di dire che senza di loro Op. Prometheus non avrebbe visto la luce. Fra tutti loro desidero ringraziare il loro presidente Nicola che mi ha dato un aiuto fondamentale con la logistica, con i permessi, con i contatti locali… Abbiamo lavorato con una sintonia che raramente si vede fra persone che si frequentano poco. Voglio ringraziare anche Tony che prima o poi ammazzerò (lui sa il perché) per l’aiuto che mi ha dato, Rasta, Mario e tutti gli altri che hanno dato tanto affinché la manifestazione avesse successo. Mi sento di dire che sarebbe un team che avrebbe tutte le carte in regola, testa e cuore compresi, per affacciarsi nel rutilante mondo del Il Circuito.
Già… Il Circuito! Una creatura voluta da due individui che, quasi per gioco, hanno messo in piedi un movimento che è unico nel suo genere nel panorama del softair italiano. Una realtà che muove gente in giro per l’Italia con il solo scopo di divertirsi senza inseguire coppe, classifiche, trofei… Dimostrando che ci si può divertire senza regolamenti di cinquanta pagine, senza cariche elettive, senza tutte quelle caratteristiche che hanno contraddistinto tantissimi progetti analoghi che sono naufragati nel tempo e dei quali ormai si è perso anche il ricordo.
Grazie ad Ansia e Rozzilla, una coppia di svitati che ci hanno tirato dentro un progetto che, sono convinto, nemmeno loro si aspettavano arrivasse ad un successo simile. Hanno creduto in valori che nel softair si ritenevano scomparsi da tempo. Hanno creduto nella lealtà, nella sincerità, nell’amicizia, nella sportività… Nella voglia di sacrificarsi per far divertire gli altri nell’ottica poi di ricevere lo stesso trattamento quando si fossero invertiti i ruoli di organizzatori e partecipanti.
Op. Prometheus è stato il primo vero evento de Il Circuito al di fuori delle manifestazioni organizzate da Zarruele e 17^ Rangers, il primo evento che ha visto una nuova macchina organizzatrice al lavoro e che doveva necessariamente confrontarsi con quella, diabolicamente efficiente, vista e rivista alle varie Punto 0. Le aspettative di tutti erano altissime ed ho sentito fortissime su di me le pressioni e la paura di non essere all’altezza.
Dover concepire un tipo di gioco che non fosse un clone di Punto 0, che fosse diverso ma al contempo intrigante, dover dimostrare a chi ha creduto in noi Indians che eravamo all’altezza di quanto i team si aspettavano da noi… Queste aspettative, unite alla fatica fisica dei preparativi che via via si accumulava, mi hanno caricato di una quantità di stress tale da farmi pensare più di una volta di abbandonare il progetto. L’avvicendarsi dei giorni e le cose da fare che sembravano non finire mai, i giorni dei preparativi sul campo, il montaggio delle scenografie iniziate la settimana prima... Il dover pensare a tutto, anche ai particolari, unito agli inevitabili problemi dell’ultima ora mi hanno fatto arrivare al sabato mattina in una situazione carica di tensione che però sono contento di essere riuscito a gestire nel migliore dei modi.
Il primo approccio alla vera e propria Op. Prometheus è arrivato con il briefing della contro interdizione. 17 associazioni provenienti da tutta Italia, circa 140 persone ad ascoltare quello che avevo loro da dire. Tutta gente NON di primo pelo, con decine di eventi simili alle spalle, con km e km nelle gambe fatti con gli zaini in spalla. Un età media piuttosto alta rispetto a quanto si vede normalmente sui campi di softair. Ho visto già dalle prime ore del mattino un assaggio di quello che sarebbe stato il prosieguo di Op. Prometheus vista dalla parte della contro interdizione. I team presenti hanno assistito con pazienza e attenzione al briefing tenuto dal sottoscritto. Se si potesse parlare di professionalità quando si parla di un gioco potrei dire di avere avuto l’onore di gestire 140 professionisti. Mai un ritardo in un cambio, mai uno scazzo, mai qualcuno che non si sia svegliato. Il sistema che avevo ideato per i cambi con le designazioni dei turni, degli obj di destinazione e del relativo mezzo che li avrebbe accompagnati ha funzionato alla perfezione soprattutto perché chi ne era destinatario (la contro tutta) ne ha fatto tesoro e lo ha messo in pratica. Un evento dove la contro è stata operativa ed allerta per tutta la durata della manifestazione, una roba da Punto 0. Posso dire con certezza di essere stato fortunato ad avere a che fare con le persone che ho avuto in contro interdizione, di questo non ringrazierò mai abbastanza tutti i presenti. E stato eccezionale rivedere “vecchi” amici che ormai hanno appeso quasi l’asg al chiodo ma che tornano puntualmente ai tuoi eventi ed averne incontrati tanti nuovi che si sono dimostrati persone splendide.
Mano a mano che le ore passavano e che la giocata prendeva forma la tensione dei giorni precedenti si affievoliva. Complice anche la presenza di Rozzilla al comando che mi dava il necessario supporto, iniziavo a godermi la mia creatura. Con l’arrivo dei primi prigionieri da interrogare ho messo completamente da parte le ansie e le paure dei giorni precedenti e mi sono dedicato anima e corpo agli interrogatori. Devo dire che mi sono calato bene nella parte, mi sono divertito ed ho forse scoperto una parte di me che sapevo di avere ma non avevo mai sfruttato… Chi c’era sa di cosa parlo e di quale spettacolo divertente ho offerto (tirate fuori ‘sti cazzo di video e mandatemeli per favore)!!!!
La notte è arrivata, forse anche troppo in fretta, come un giro in giostra che rallenta proprio sul più bello quando inizi a divertirti.
Con la notte è arrivata la stanchezza e nel cuore della notte anche Giulk “colui che si crede indistruttibile” ha mollato e si è sdraiato sulla panca di legno vicino alla radio. L’attività e la vita di Op. Prometheus però non ha mai rallentato, le pattuglie erano tutte al proprio posto, le FIR in giro per il campo un vero orologio svizzero messo in piedi per rendere difficile la vita degli interditori. Durante la notte alcuni amici mi sono venuti a trovare per parlare di progetti comuni, di cose da fare, di come continuare a crescere… Mi scuso se non ho dato loro tutta l’attenzione che meritavano ma in quei momenti la stanchezza ha preso il sopravvento. Avremo modo di riprendere quei discorsi con un po’ più di calma. Grazie per la comprensione.
Anche la notte passa e dopo aver dormito pochissimo e malissimo mi rimetto in piedi. Lavata veloce alla faccia ed ai denti per cercare di svegliarsi del tutto e sono di nuovo perfettamente operativo.
L’alba porta con se i profumi del mattino, i colori del giorno e… nuove preoccupazioni! Oggi è il 20 settembre e si apre la stagione di caccia in quella zona. Abbiamo avvisato tutti, abbiamo affisso cartelli, abbiamo parlato con i cacciatori ma mi aspetto da un momento all’altro qualche casino… Anche stavolta grazie all’aiuto di Nicola e di Tony dei Col Moschin tutto fila via liscio ed archiviamo la pratica cacciatori con insperata facilità.
Il sole comincia ad alzarsi sull’orizzonte e via radio arrivano le richieste di esfiltrazione dei team a cui chiedo di avvicinarsi al campo base. Quello che vedo mi consola… Si perché vedo nella maggior parte dei volti il sorriso, il sorriso di chi si è divertito ed in quel momento è l’unica cosa che voglio vedere. Certo c’è qualcuno che fa qualche osservazione, qualche consiglio ma tutto è detto con lo spirito di crescita, di un lavoro corale per raggiungere uno scopo comune.
Alle 10.00 di domenica 20 settembre Op. Prometheus viene ufficialmente dichiarata conclusa. I team sono tutti esfiltrati ed inizia la macchinosa procedura di smontare tutto e caricare i furgoni per portare tutto in magazzino mentre i team vengono riaccompagnati alle auto per poi dirigersi tutti verso il pranzo di coesione finale che è il momento più significativo di queste manifestazioni.
Smontiamo e carichiamo tutto in fretta e furia mentre i team di contro interdizione smontano il loro campo base.
Alle 12:30 siamo nella piazza di Floriano di Campli per il pranzo, purtroppo con un ora di ritardo che mi costerà il non poter fare il de briefing con tutti i team, questa cosa non me la posso perdonare e chiedo ancora scusa a tutti i presenti per l’accaduto.
Durante il pranzo ho un crollo importante. La tensione accumulatasi durante i mesi precedenti ed amplificata dalle ultime 24 ore si è fatta sentire tutta di colpo ed ha messo a dura prova la tempra da duro che fingo di avere. Mi sento svuotato, stanco, parzialmente insoddisfatto per il ritardo accumulato e per qualche cosa che avrei voluto fosse andata diversamente… Ho bisogno di stare 10 minuti da solo. Mi alzo dal tavolo e me ne vado… Devo tornare in me. Ci sono ancora cose da fare e non posso mollare adesso, non devo mollare adesso.
Trascorro qualche momento insieme a Giulk (gradevole personaggio anche se va preso a piccole dosi) e riesco a ricompormi il necessario per affrontare le ultime ore di Op. Prometheus. Riesco a parlare con qualche team e mi danno la loro versione della missione appena conclusa, mi fanno notare le difficoltà incontrate e parliamo di come hanno vissuto il film che gli avevo cucito addosso.
Purtroppo il tempo scorre tiranno ed alcuni team mi si avvicinano dicendo che a malincuore dovranno andare via vista la distanza che hanno da percorrere. Bam! Saltano anche gli ultimi programmi fatti e mi trovo ancora una volta ad infierire sui miei ragazzi per allestire in 5 minuti netti il tavolo per la premiazione.
Tavolata pronta, maglie e spille ricordo pronte, premi pronti. Si inizia con la premiazione.
Innanzi tutto un saluto a Nazzareno visto che anche quest’anno Op. Prometheus era intitolata alla sua memoria. Un saluto alla sorella Daniela ed al cognato Roberto che ci hanno offerto l’abbondante colazione che abbiamo consumato domenica mattina. Poi gli immancabili ringraziamenti e saluti che riproporrò alla fine di questo “breve” scritto… Poi ancora via di corsa con la consegna delle maglie ricordo alle squadre di contro interdizione e di interdizione e con la consegna delle targhe ideate e realizzate da noi e dal mitico Miccetta degli APSocom. Grazie alle targhe il nome di Nazzareno sarà in 14 città diverse a fare bella mostra di se sui trofei di Op. Prometheus – Titan Fall.
E’ finita, è finita per davvero… Gli ultimi saluti e gli abbracci con i team che prendono la strada di casa. Qualche foto, gli immancabili arrivederci e Op. Prometheus è archiviata anche per il 2015. Non mi sembrava possibile ma sono sopravvissuto anche questa volta.
Adesso è giunto il momento di ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere speciale questa manifestazione sperando di non fare la cazzata di dimenticare qualcuno:
- I MIEI RAGAZZI. Anima e cuore di tutto. Instancabili ed inesauribili. Ho già detto tanto su di loro ma non sarà mai abbastanza. Insieme ai ragazzi vorrei ringraziare le loro famiglie, mogli e fidanzate alle quali mi sono sostituito per alcuni mesi e che ora mi odiano come mai. Spero che gli passerà prima o poi!
- I COL MOSCHIN. Nicola, Tony, Rasta, Mario, Mib (con il bimbo che stava male) e tutti gli altri dei quali non ricordo il nome perché sono un rincoglionito. Come ho detto anche prima, senza di loro Op. Prometheus non avrebbe visto la luce.
- GLI APSOCOM nelle persone di Stefano, Manuel, Mirko, Mattia, Alfredo e Simone. Vorrei ringraziare in modo particolare Stefano, Manuel, Mirko e Mattia per averci dato una mano nell’allestimento del venerdì e in modo ancora più particolare Stefano e Manuel che hanno avuto un ruolo determinante per l’aiuto datomi al comando. Avete potuto vedere cosa si nasconde dietro l’organizzazione e la gestione di un evento come quello del fine settimana passato. Sono sicuro che ne farete tesoro. Ancora una parola di ringraziamento a Stefano per l’aiuto datoci con le targhe ricordo e con il sale (lui sa…!!!).
- GLI ZARRUELE, che hanno rinunciato “volontariamente” in toto alla partecipazione nelle fila dell’interdizione per darmi una mano con le pattuglie di contro interdizione. Non vi sarò mai abbastanza riconoscente ragazzi, non odiate troppo Rozzilla a causa mia. Menzione particolare a Rozzilla che mi ha affiancato al comando e con i quale ho potuto condividere momenti spettacolari e che mi ha dato la possibilità di condividere con lui alcune decisioni prese durante l’evento.
- Il COMUNE DI CAMPLI per averci messo a disposizione le strutture che hanno ospitato il campo base. Voglio ringraziare gli abitanti delle frazioni limitrofe al campo da gioco che ci hanno sopportato. Soprattutto gli abitanti delle frazioni di Paterno e Molviano che hanno ben tollerato la nostra pacifica invasione.
- PARENTI ED AMICI che sono accorsi per aiutarci con la cucina da campo. Mio padre e mia madre, mio suocero e mia suocera, Gina e Filippo, mia sorella, mia cognata, Marika e Chiara. Hanno trattato tutti come figli (parole dette dai partecipanti che si sono sentiti trattati come tali) e sono stati ripagati dalla educazione e cortesia dei ragazzi che, pur affamati, non hanno mai preso un bicchiere d’acqua senza dire grazie (parole riferite dallo staff della cucina). Mi hanno liberato di un peso importante che era quello della cucina e dei pasti e lo hanno fatto in modo egregio.
- I “RAGAZZI” DEL NOLIMITS 4X4, miei grandi amici guidati dall’ancor più grande Tullio, che hanno assicurato il trasporto e l’intervento delle FIR, persone completamente estranee al mondo del softair ma che ne sono rimaste affascinate.
Mi ha fatto immensamente piacere avere con me al campo base parenti ed amici che nulla avevano a che fare con il softair. hanno potuto rendersi conto di persona di cosa sia il softair, di quale animo ci muove, di cosa ci spinge a fare km e km in giro per l’Italia solo per “sparare pallini di plastica”. Chi è venuto a contatto con i partecipanti di Op. Prometheus non ha potuto che rimanere sbalordito da questo strano sport.
- I TEAM PARTECIPANTI in entrambi gli schieramenti in particolare ai team di contro interdizione per i motivi che ho elencato all’inizio e che ringrazio in modo particolare per aver lasciato piazzale e bagno puliti nonostante le tante persone presenti.
- LA FAMIGLIA DI NAZZARENO che ci appoggia in questa nostra voglia di ricordarlo.
- DUE BRUTTI CEFFI TOSCANI che si sono fatti quasi 5 ore di macchina per venire a salutare qualche amico e che hanno potuto vedere come è diventato il mondo che loro hanno contribuito a creare. Come ho già scritto la vostra presenza ha contribuito a dare un valore speciale al memorial per Nazzareno.
- UN AMICO ROMANO, molto amico dei toscani di cui sopra, conosciuto tanti anni fa e che mi riempie di gioia avere alle mie manifestazioni.
- TUTTI GLI AMICI che ho, loro malgrado, tirato dentro questa cosa. Pittori, elettricisti, fabbri, metalmeccanici, costruttori edili, che ho praticamente obbligato a contribuire alla manifestazione con materiali ed attrezzatura.
Dovrei aver ringraziato tutti, sicuramente ho dimenticato qualcuno e per questa mia mancanza chiedo scusa in anticipo… Ma, ma, ma… Non ho ringraziato LEI…
- MIA MOGLIE, il mio sostegno principale. Lei che si è sacrificata tanto quanto noi, passando da sola a casa i fine settimana d’estate mentre noi giocavamo al piccolo falegname in magazzino costruendo un camion a partire da un modellino di carta. Lei che mi ha visto stanco ed affranto e mi ha sempre incoraggiato, lei che mai mi ha fatto pesare il tempo che le ho rubato. Lei che si è unita a noi il venerdì, il sabato e la domenica per vivere dal di dentro Op. Prometheus. Senza di lei non sarei quello che sono.
Op. Prometheus è conclusa, una nuova pagina nella storia degli Indians è stata scritta e chi era presente ne farà parte per sempre.
Per concludere vorrei esprimere alcuni pensieri e condividere con voi cosa ho imparato da questa esperienza.
Una manifestazione che fa parte del mondo de Il Circuito non può essere organizzata e gestita solo da una associazione. L’impegno che essa richiede trascende dalle capacità del singolo inteso sia come persona (la mia persona nello specifico) che come club. Le energie da mettere in campo sono talmente tante che c’è bisogno assolutamente di condividere lo sforzo. Altrimenti Il Circuito non avrebbe senso di esistere. Sarebbe come se gli Indians Ascoli organizzano una loro qualsiasi manifestazione e i club amici partecipano. Se non ci si supporta inviando personale e collaborando alla riuscita di queste manifestazioni abbiamo perso di vista l’obiettivo principale che ci siamo prefissati: COLLABORARE e CRESCERE.
Ci vediamo alla prossima occasione, vi vediamo sui campi ma, soprattutto, ci vediamo intorno ad un tavolo per fare un primo bilancio di quello che è stato questo primo anno de IL CIRCUITO.
Prima di chiudere diamo un po’ di numeri per far capire come ho strutturato questo Evento.
14 team in interdizione per un totale di circa 80 persone
17 team in contro interdizione per un totale di circa 120 persone
Personale al comando circa 15 persone
Personale di cucina circa 10 persone
Totale circa 225 persone coinvolte
4 furgoni per il trasporto dei team di contro agli obiettivi assegnati
1 camion con gru per il trasporto delle scenografie
6 fuoristrada (4 di FIR e 2 in assistenza)
2 radio da campo (1 di backup a disposizione)
1 comando operazioni con 3 pc, stampante e collegamento internet per tutte le 24h
1 magazzino attrezzato di tutto
3 wc funzionanti all’interno del comando
1 cucina attiva per tutte le 24h
Campo base della contro con parcheggio auto limitrofo dotato di illuminazione, lavabo da campo con 8 rubinetti ed acqua corrente, bagno funzionante e con acqua corrente, punto di ricarica per cellulari.
Nel nostro piccolo abbiamo coinvolto Agriturismi, Ristoranti, B&B ed abbiamo portato un piccolo contributo alla comunità di Campli che ci ha accolti e che ringraziamo.
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